Di donne. E di uomini. La violenza maschile contro le donne abita molti “luoghi”.

Ne parlano a Feminism Cristina Oddone e Stefania Spano, in arte Anarkikka.

Una maggiore presenza femminile pubblica ha determinato nel corso del tempo, in tutt* e ciascun*, la percezione di un miglioramento nelle vite delle donne, eppure nella realtà oggettiva è evidente come tale fatto non abbia attenuato significativamente i fattori sociali ed economici di discriminazione sessuale e come ancora oggi ci si trovi di fronte ad una costruzione culturale che continua pervicacemente ad improntare di sé la società nella quale viviamo: attiene alle relazioni sessuate, al loro codificarsi attraverso stereotipi, rappresentazioni e convenzioni ancorate ad una struttura simbolica improntata ad una ineguaglianza di fondo. Che imprigiona donne. Ed uomini. E non è un caso che ossessive situazioni estreme siano alla ribalta: la violenza maschile contro le donne diventa il nuovo confine attraverso cui riconfermare un potere altrimenti negato, mentre dietro gli episodi più efferati vi è una normalità ben più diffusa di maltrattamenti e violenza che coinvolge migliaia di donne. E di uomini. Tanto in tempi pandemici che non. Cristina Oddone e Stefania Spano, in arte Anarkikka, dialogano su questo tema
imponente per il tramite di due loro libri: a Feminism lo faranno anche direttamente tra di loro, presentandoceli.

Eccoli. Si tratta di:

Uomini normali, di Cristina Oddone, pubblicato da Rosenberg & Sellier

Chi sono gli uomini violenti? Quali sono le loro motivazioni? In che modo giustificano le aggressioni contro le donne che dicono di amare? Cristina Oddone pone l’accento su di un aspetto poco affrontato chiaramente e pubblicamente: la violenza nelle relazioni di intimità. Lo fa con uno sguardo
femminista riportando e analizzando una ricerca etnografica svolta in un centro di ascolto per uomini maltrattanti: nel corso di incontri collettivi gli aggressori descrivono la relazione con la partner e con le donne in generale, spiegano la propria violenza, ma soprattutto parlano di sé – come uomini, mariti e padri. La prevaricazione emerge come parte di un gioco di controllo e potere che non si
esaurisce nel rapporto con le donne, ma acquisisce valore anche nell’arena delle
relazioni sociali tra maschi e tra diversi modelli di maschilità. E come altre forme di
violenza, si rivela una strategia per fare il genere e per fare le maschilità.

Smettetela di farci la festa, di Anarkikka, pubblicato da People

Maschilismo, sessismo, molestie sono riflesso di uno stesso squilibrio che pone gli uomini in posizione di privilegio e le donne in condizione di perenne affanno nella lotta per la parità. Uno squilibrio che è manifesto nell’educazione, nelle discriminazioni sul lavoro e negli studi, nella differenza di retribuzione, nel linguaggio, nelle violenze di genere, nei femminicidi. E di cui il linguaggio si fa
complice, veicolando e rafforzando una narrazione sbagliata della sopraffazione, che tutt* abbiamo interiorizzato. È un linguaggio assolutorio, che nell’assolvere il criminale minimizza il crimine, nel relegare alla follia individuale deresponsabilizza una comunità che non fa i conti con la propria identità e i propri valori, con il proprio sistema di significati. Un linguaggio che possiamo e vogliamo denunciare, e
cambiare.

Domenica 11 Aprile alle ore 19
ROSENBERG & SELLIER – PEOPLE
Cristina Oddone, Uomini normali, Rosenberg & Sellier

Anarkikka, Smettetela di farci la festa, People
Cristina Oddone e Stefania Spano (Anarkikka) in dialogo

Articolo di Maria Palazzesi

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