Raccontare la complessità: corpi in rivoluzione
Ai corpi in rivoluzione che esprimono il desiderio di libertà in tutte le sue accezioni, che reclamano il loro spazio e nuove forme di rappresentazione è dedicato il terzo filone tematico di Feminism 7, articolato in tre dialoghi.
Previsto per venerdì 1 marzo alle ore 18 in sala Lonzi, il dialogo “Con la rivoluzione in testa”, coordinato dalla scrittrice Marta Monacelli, offre un confronto tra libri ispirati per lo più a donne-ma c’è anche un uomo-che hanno fatto del loro corpo strumento di lotta civile, culturale e politica. Non si può non iniziare da Marja Aljokhina, membro di quel gruppo femminista Pussy Riot che con le sue azioni radicali ha sfidato la Chiesa ortodossa e il regime di Putin, finendo in prigione: “Riot Days”, edito da Enciclopedia delle donne, è il racconto di questa battaglia e insieme il diario di una prigionia indomita. La scrittrice Toni Morrison, premio Nobel per la letteratura nel 1993, è la protagonista di “Toni, la magicicada” libro di Serena Ballista con le illustrazioni di Anna Forlati, edito da Settenove nella collana per bambine e bambini dedicata alle grandi pensatrici femministe. Con “Il mondo in testa. Vittorio Vidali. Scene di vita di un rivoluzionario di professione” edito da Manni la filosofa Diana Napoli racconta le fasi salienti e le contraddizioni di un’esistenza totalmente immersa nella Storia. E se è vero che non si può fare una rivoluzione senza cantare, ecco che irrompono le ragazze di Teheran in rivolta come Nika Shakarami- “il mio canto può rompere il silenzio assordante a cui sono costretta”- protagonista del libro di Doris Bellomusto e Tiziana Tosi “Ti abbraccio,Teheran”, pubblicato da Le Pecore Nere, e le mitiche cantautrici Violeta Parra, Mercedes Sosa e Chavela Vargas, di cui ci fa sentire l’anima la cantante e polistrumentista Lavinia Mancusi, sia attraverso il libro “Rivolucionaria!”, illustrato da Giulia Anania e edito da Red Star Press, sia attraverso voce e chitarra.
Storie di formazione sono quelle che compongono il dialogo “Liberarsi” coordinato dalla scrittrice Luisa Gasbarri e previsto per sabato 2 marzo alle ore 18 in sala Tosi: come il romanzo “Splendora” edito da Francesco Brioschi in cui Alessia Bronico racconta, con linguaggio d’intensità poetica, quanto sia difficile per la protagonista aprire alla libertà e al futuro il suo corpo oggetto di violenze, o come “Guardati”, graphic novel edito da Tunuè in cui Elisabetta Romagnoli rappresenta una giovane donna che impara finalmente a guardarsi con i propri occhi. Nel memoir “Lei che mi ha liberata”, pubblicato da Le plurali, la grande poeta afroamericana Maja Angelou, ripercorrendo la tortuosa storia dei rapporti con sua madre, le riconosce il merito di averle trasmesso una potente eredità.
Più che mai necessario e urgente, quando si parla di corpi che reclamano visibilità e ascolto, cambiare le rappresentazioni: è questa la denominazione dell’ultimo dialogo, previsto per domenica 3 marzo alle ore 11 in sala Tosi e coordinato da Stefania Mariani,a lungo docente di filosofia morale presso La Sapienza di Roma. Si mettono a confronto nuove prospettive intersezionali per leggere e interpretare il corpo: in “Nero con forme”, edito da Le plurali, Marianna Kalonda Okassaka, creatrice con il nome di Marianna the influenza di contenuti digitali ad alto tasso di femminismo, antirazzismo, diritti Lgtbqia+, racconta con affilata ironia, smontando stereotipi e tabù, del suo corpo nero e grasso in un contesto razzista e grassofobico, mentre nel loro libro “Ai fiori non serve il pettine”, pubblicato da Capovolte, Ilaria Santambrogio e Marina Gellona delineano, attraverso la protagonista che soffre di una grave forma di alopecia, un percorso di crescente e fiera consapevolezza.
Nel suo saggio edito da Tamu “Lo spazio non è neutro. Accessibilità, disabilità, abilismo”, Ilaria Crippi che si definisce “attivista disabile e lesbica” sottolinea la necessità della presa di parola delle persone con disabilità sui loro diritti, bisogni e desideri per una nuova rappresentazione non soltanto dei corpi, ma anche dello spazio, della socialità e dell’attivismo.
Si può provare a cambiare anche la percezione del corpo che invecchia, come dimostra il progetto We Care presentato da Collettiva Edizioni di Lecce: un progetto fotografico e letterario della scrittrice Diana Paola Agàmez Pàjaro e della fotografa Luisa Machachòn per la cura di Loredana De Vitis, che rappresenta quegli spazi di accudimento fisico e di attenzione reciproca in cui donne di diversa età mettono in comune le proprie storie.
Maria Vittoria Vittori