VITTORIA SURIAN E LA SUA CASA EDITRICE DALLA PARTE DELLE DONNE
Vittoria Surian, veneziana di nascita, per diversi anni ha gestito una Galleria d’arte nel paese dove
risiedeva con la sua famiglia, Mirano nell’entroterra veneziano. La svolta nella sua vita arriva verso
la metà degli anni ’80, quando crea la casa editrice Eidos, nel 1986, con l’intento di dedicare
particolare attenzione al lavoro di artiste italiane contemporanee. Sarà con il libro d’arte ,
strumento democratico –come lei lo definisce- svincolato dal mercato, che prenderà forma
la “ Collezione Artemisia ”. La casa editrice nasce come strumento per dedicare particolare
attenzione al lavoro di artiste italiane contemporanee, facendole conoscere ad un pubblico più
ampio. L’incontro con l’originale realizzazione artistica di Sara Campesan che fissa in venti quadri,
accostati l’uno all’altro per uno sviluppo complessivo di sei metri, altrettanti «momenti di essere»
della biografia intellettuale di Virginia Woolf, ha impresso una svolta nella vita di Vittoria e ha
segnato l’avvio di una impresa editoriale inedita e imprevista. Ciò che caratterizza la «Collezione
Artemisia» è l’associazione tra segno grafico, l’immagine (eidos appunto) e la parola. Così
l’Itinerario (bio)grafico di Virginia Woolf proposto da Sara Campesan, nel 1987, è accompagnato
dalle pagine di Virginia, Pensieri di pace durante un’incursione aerea.
Nella «Collezione Artemisia» ha pubblicato dodici libri d’artista, riunendo insieme grandi figure
d’artiste del Novecento. Tra gli altri merita una menzione Haiku (1988), dove i disegni di Franca
Grilli accompagnano e illustrano gli Haiku tradotti da Nikita Nijiri e Carla Vasio. Altro titolo è
L’incanto del segno (1989), dedicato a Bice Lazzari, uscito postumo grazie all’amorevole curatela
di Vittoria Surian, dove si ricostruisce «un’opera completa che attraversa la vita dell’artista
veneziana dal 1926, data del primo disegno, al 1980 data della sua morte». Pregevole il volume
Discordanze (1992) dove Paola Levi Montalcini interroga il pensiero e la poesia di Saffo e ne rivisita
l’eternità con le nuove tecnologie, assecondata, in una specie di controcanto, dalla sorella Rita. Nel
volume intitolato Un albero di pagine (1992), Mirella Bentivoglio intreccia sapientemente «la
magia dell’albero e la magia dell’arte», facendo rivivere l’albero e creando nel contempo nuova
poesia. L’ultimo volume della Collezione è quello dedicato alla poetessa e pittrice settecentesca
Giulia Lama (1681-1747), intitolato Nudi (2018).
La «Collana le Onde» si prefigge, invece, di far uscire dall’ombra e dall’invisibilità le poete, le
letterate, le scrittrici che la storiografia letteraria ufficiale ha lasciato al margine, spesso oscurando
e ignorando le loro opere. Sono figure di donne che si posizionano a pieno titolo nella «Repubblica
delle lettere», che hanno lasciato una loro impronta nella poesia, nell’arte del tradurre, nel
panorama culturale veneto tra Cinquecento e Ottocento. Obiettivo della collana è «ridare voce e
presenza ad autrici ingiustamente trascurate, per la maggior parte dimenticate e oggi quasi
sconosciute ai più».
Vittoria Surian ci ha donato dei prodotti editoriali che sono altrettante opere d’arte. Ha portato
avanti il lavoro con grande passione, amando i libri che veniva facendo, curandoli con entusiasmo
e slancio, lasciandosi trasportare dalle cose che faceva, obbedendo al desiderio forte di fare
conoscere il mondo dell’arte delle donne.