Il futuro è adesso: la giustizia climatica
Fin dalle sue prime edizioni Feminism ha prestato grande attenzione alle tematiche ambientali su cui si gioca il futuro di tutte le creature viventi. E dunque non meraviglia trovare, in questa settima edizione, sia una Dedica a Laura Conti, fondatrice della Lega per l’ambiente e pioniera dell’ecologismo italiano, sia il tema della giustizia climatica al centro di uno dei dialoghi più significativi. È stato detto che, attraverso la formulazione di questo concetto, emerso per la prima volta alla fine degli anni Novanta, durante la rivolta di Seattle e agli albori del movimento no global, l’ecologia è uscita dalla sua prospettiva settoriale: da questa consapevolezza non si torna indietro.
Innescata e costantemente alimentata dal riscaldamento globale, la crisi climatica di dimensione planetaria che stiamo vivendo non è più soltanto una questione ambientale, ma costituisce una questione etica e politica di primaria importanza. Se ne discute a Feminism attraverso un confronto, moderato dalla giornalista Alessandra Pigliaru, che vede coinvolti le autrici e gli autori di libri di assoluto rilievo. In “Ecologia”, volume appartenente alla collana Nuovo lessico critico di Castelvecchi, l’autrice Prisca Amoroso,dottoressa di ricerca in Philosophy, Science, Cognition and Semiotics, approfondisce -in un percorso che va da Bacone al pensiero ambientale, dal mito di Prometeo alla crisi climatica- quelle coordinate storico-filosofiche che ci permettono di comprendere la questione ecologica in tutta la sua complessità. Ci portano nel cuore di ciò che si definisce
giustizia climatica i due ricercatori universitari Paola Imperatori e Emanuele Leonardi con il loro volume “L’era della giustizia climatica. Prospettive politiche per una transizione ecologica dal basso”, pubblicato da Orthotes Editrice. Partendo dall’era della giustizia climatica inaugurata nel 2019 dagli scioperi globali e dalla presa d’atto del fallimento dell’idea che la centralità del mercato possa risolvere la crisi climatica, gli autori esplorano il nuovo spazio politico che si è aperto, ovvero la transizione ecologica dal basso, fondata sullo stretto legame tra protezione ambientale e contrasto alle disuguaglianze sociali.
Uno dei paesi cruciali nell’ottica della questione ambientale e della giustizia climatica è senz’altro il Brasile: ci permette di inoltrarci nella sua complessa struttura il saggio scritto da Claudileia Lemes Dias,autrice brasiliana da anni residente in Italia, dove si è specializzata in Tutela internazionale dei diritti umani e Mediazione familiare. Nella sua opera “Le catene del Brasile”, pubblicata da L’asino d’oro, racconta lo scontro in corso tra le numerose formazioni religiose che hanno represso la cultura dei popoli indigeni, esercitando un vero e proprio ricatto a livello politico, e i nuovi partiti fondati dalle donne che si oppongono allo strapotere delle religioni e cercano di recuperare non soltanto l’habitat ma anche i diritti umani, civili, politici delle diverse popolazioni del Brasile.
Maria Vittoria Vittori