Il tema ecologico si complica allontanandosi dalle limitazioni dell’ambientalismo tradizionale. Visioni ambientali alternative si fanno strada nell’arte e nel pensiero femminista, sfidando la (dis)connessione tra entità umane e non-umane. Un ritorno alla terra per riflettere sull’incubo della cancellazione del futuro e della manipolazione del passato.
Karima, a partire dalla sua esperienza di AFROITALIENA – diventare aliena per non essere alienata – attraversa e incarna l’afrofuturismo e esprime la sua carica politica attraverso l’arte, la musica e la ricerca. Attraversa le diverse forme di espressione per arrivare alle altre e agli altri senza barriere, con il fumetto – due sono gli album scritti e disegnati da lei, Theitaliens ITALIENATION – con la musica – gli album musicali KARIMA 2G e l’ultimo, MALALA – e con lo studio e la ricerca, in particolare sull’afrofuturismo. Per Karima “Malala” parla di una donna che è finalmente sicura di sé. Una donna che si libera da ogni forma di schiavitù e che decide di non lasciarsi più sottomettere dai suoi oppressori. “Malala, come Malala Yousafzai, per me è una guerriera, non una vittima. Forte e coraggiosa, proprio come le donne nere che appaiano nel film Black Panther. Il mio EP vorrei che arrivasse a tutte quelle donne che faticano a vedere il loro potere personale e a tutte quelle persone che vivono nella paura di non potercela fare. Attraverso “Malala” voglio dare potere anche all’africanità. In un’era di conflitti, dove l’odio è il motore principale e il nero viene emarginato, “Malala” per me è un mantra di pace.”
ROMANZO ‘ROUGE IMPERATRICE
Il 21 agosto 2019 esce in Francia il romanzo ‘Rouge Impératrice’ di Léonora Miano, scrittrice francese di origine camerunese. Una saga afrofuturista, un grande affresco sull’amore e sulla memoria ma anche sull’avvenire, su come si vuole inventare il futuro. “Katiopa (Africa) porta già nel nome un’idea di utopia” – dice Miano in un’intervista- “Immagino un continente felice, autonomo, autodeterminato. Questo continente deve imparare a pensare differentemente, a pensarsi differentemente, fare la pace con il passato, liberarsi delle autorappresentazioni negative, accettare la sfida della reinvenzione di sé perché il futuro dell’Africa non è nel proprio passato, nell’età dell’oro, che avrebbe preceduto schiavismo e colonizzazione, ma nell’accettare le mutazioni della storia e inventare una nuova società”.
CORTOMETRAGGIO ‘PUMZI’
Pumzi (termine Swahili per ‘Respiro’) è un cortometraggio diretto dalla regista keniana Wanuri Kahiu.
La Terza Guerra Mondiale (detta ‘La guerra dell’acqua’), ha causato devastazioni su larga scala: la terra, arroventata dal sole, è diventata inabitabile e gli esseri umani abitano in un agglomerato sigillato e sopravvivono riciclando i propri fluidi corporei. Tutto è prodotto da elettricità generata dall’energia umana. Per mantenere l’ordine tutte le persone sono costrette a prendere delle pastiglie che inibiscono i sogni. La giovane scienziata Asha riesce a far germogliare un seme e, violando ogni regola, esce all’aperto per piantarlo e ritrovare la vita. Quel campione di terreno fertile potrebbe essere un segno di speranza per il futuro.
IL VIAGGIO INTERSTELLARE: PENSIERO VERDE E AFROFEMMINISMO
Una nuova ecologia femminista è stata prefigurata dalle opere afrofemministe di Octavia Butler e Wangichi Mutu, o anche arabo-latino-asiatico-femministe, che nelle commistioni tra mondo vegetale e animale e tra reale e immaginario hanno trovato una forte rappresentazione. La nuova ecologia si muove tra distopia e utopia, un mondo distrutto e il modo di ricostruirlo, un paradigma opposto a quello attuale, sottolineando nella forza dell’utopia un significato politico di rovesciamento dell’economia fondata sullo sfruttamento di natura e corpi, umani e non umani, e del sapere così come lo conosciamo.
Il viaggio interstellare non è solo fuga ma ricerca di modi e mondi alternativi in alleanza con la natura, una natura composta di elementi materiali e simbolici, immaginari e artistici, in un circuito cognitivo ed emotivo teso a costruire ponti verso un futuro femminista che non sia bianco e occidentale e superi frontiere temporali e spaziali, continenti terreni e astrali, aree diverse del sapere.